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La sapienza artigianale cura le ferite inferte all'Arte dal tempo , e lo fa con imprese uniche, capaci di ricreare ciò che si credeva irrimediabilmente perduto. E' con questo spirito che, in Sicilia, un antico organo del '700 è stato interamente ricostruito, con un recupero filologico e grazie all'impiego di eccellenti maestranze locali.
Parliamo dell'organo della Chiesa di San Giuseppe a Vittoria nel ragusano. Il prestigioso strumento musicale va ad annoverarsi nel gruppo degli organi di pregio vittoriesi dopo quello della Chiesa Madre di San Giovanni Battista e di Santa Maria delle Grazie in piazza del Popolo. Il tipico strumento musicale che adorna le cantorie di innumerevoli Chiese barocche e neoclassiche rivive nella sua collocazione originaria, proprio nella Chiesa recentemente restaurata nella sua totalità.
Autori della pregiatissima opera di ricostruzione sono stati i restauratori Salvatore Giallongo e figli. Una squdra che in due generazioni è diventata punto di riferimento nel settore del recupero ligneo. Il tutto nasce dalla scoperta compiuta dal parroco don Rino Farruggio il quale, durante i lavori di restauro della Chiesa, aveva rinvenuto nella Cripta alcuni resti della meccanica di un presistente organo, purtroppo andato perduto. Così è iniziato il cantiere di lavoro, con la ricostruzione della meccanica interna affidata all'organaro Antonio Bovelacci e la realizzazione architettonica dell'intero macchina lignea di rivestimento alla famiglia Giallongo di Vittoria. Nel 2010, dopo un lungo e paziente lavoro, l'organo è stato inaugurato con un concerto dell'organista Marco D'Avola, alla presenza della autorità cittadine, del parroco e dei fedeli.
I restauratori Giallongo, che vantano un'esperienza trentennale nel campo del recupero di oggetti d'arte e d'antiquariato, con la loro <<Bottega del Restauro>>,costruita intorno agli anni '80, possono adesso annoverare tra le loro opere riportate in vita e di rilievo per la cittadinanza vittoriese- oltre all'Urna del Venerdì Santo e ad una cornice di pregio che racchiude la tela della Sacra Famiglia del Mazzone, anche un organo classicheggiante che non è stato certo facile riprodurre ex novo. Il rivestimento ligneo propone uno stile armonico con l'architettura della Chiesa, stile ripreso dall'organo a canne presente nella Chiesa del Santissimo Salvatore di Gela. Al lavoro di progettazione, disegno e decorazioni, si è aggiunta l'abile mano del giovane scultore Marco Giurdanella, allievo di Salvatore Giallongo, il quale ha lavorato tutte le parti artistiche dell'organo dando vita così, ad uno stile tardo barocco, con intagli e rifiniture in oro, cartiglie e volute settecentesche. Al centro della maschera facciale della struttura campeggia l'inconfondibile conchiglia dorata, indicativa di quello stile irregolare e spagnoleggiante, il Barocco, che ha firmato una buona parte delle architetture dei centri storici dell'Ibleo. <<E' una continua stratificazione di Epigoni-dice il capo mastro, lui che si è formato a partire dagli anni sessanta nella Bottega Piemontese Rastelli, e che dà le direttive - una graduale costruzione sulla base di esperienze ed idee artistiche pregresse, che si mescolano nel bagaglio culturale d'ognuno di noi e che si distinguono scientemente al momento opportuno con l'obbiettivo di creare l'opera giusta>>. Solo attraverso una predisposizione al gusto, all'arte e alle cose belle, ogni opera può tingersi dei colori appropriati e delle essenze migliori, quasi da essa possa trasparire tutta la sensibilità dell'artista. Perchè si sa, la nascita di ogni opera d'arte è il futuro di un cammino lungo e infinito, che spinge l'artista ad una ricerca continua della forma e di uno stile unico e inconfondibile.



































Bottega del Restauro
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